Tuesday, October 10, 2006

PAROLE

Parole, mie aguzzine. Parole mie redentrici, v’invoco, v’imploro, mi prostro al vostro cospetto. Ditemi perché mi avete scelto e perché vi amo e perché vi odio, ditemelo perché mi sfugge. Senza di voi io non sono nulla, siete i resti di guerra di una guerra mai combattuta disseminati lungo pagine bianche, il mio campo di battaglia. Io vi partorisco, ma siete voi ad allattarmi, a crescermi, ad insegnarmi come si vive la vita, con severità e con dolcezza. Siete mia madre, siete mio padre, siete mio fratello, siete mia sorella, siete il mio amico, siete il mio prete confessore. Eppure senza di me voi non sareste nulla, solo un insieme di segni amorfi che si susseguono vorticosi, io sono vostro padre, vostra madre, vostro fratello, vostra sorella, il vostro prete confessore. Io sono uno, voi migliaia, siete scorrette, vi avventate avide su di me, un uomo con una sola vita. Voi vivete dai tempi degli antichi Sumeri, voi avete mille segni, mille simboli, date vita a mille idiomi. Siete scaltre, vi fate amare, fate soffrire chi vi conosce, chi vi da la vita, chi vi vezzeggia, chi vi coccola. A volte abuso di voi, mi servo del vostro linguaggio in modo turpe, scusatemi ma sono un uomo debole. Siete la mia follia, la mia anarchia, la mia dittatura, siete sgualdrine, siete sante. Siete patrizie, siete plebee, siete incantevoli, siete mostruose, siete bambine, siete vecchie. Siete femmine anche se finite per “o” o per “i”, siete misogine perciò masochiste, siete terribilmente incoerenti, la coerenza che concetto orribile! Preferite la libertà voi, il libertinaggio forse. Siete sacre, viziose, immorali, siete spiriti liberi, d’altronde ci sarà un motivo se Socrate non vi cintava nella cella della scrittura e preferiva foste emancipate dall’uomo e dalla natura, facendovi svolazzare leggiadre e soavi? Non siete il mio “io” più profondo, non siete il mio porto sepolto, non siete nulla. Una proiezione del vuoto, questo siete! Il nulla strabordante di tutto, un bacio tra mille botte, un sogno tra una miriade di incubi, una sorgente tra le dune del deserto, un miraggio. Parole.

2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

..."ho perso le parole... eppure ce le avevo quà un'attimo fa"... sono scioccata... complimentoni veramente... questo post è sublime... ma giusto per farmi gli affaracci tuoi... vuoi fare il giornalista vero?

12:54 PM  
Blogger da92 said...

Inanzitutto grazie dei complimenti! Non so se voglio fare il giornalista, so solo che senza le lettere e le parole non saprei vivere! Un bacio...da92

1:38 PM  

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