FA SCHIFO O CAGARE?
Il vostro compito è decretare se ciò che mi sto accingendo a scrivere fa schifo o fa cagare.
VOGLIO DIVENTARE UNA POP STAR
Piccola premessa: scrivo questo libro( oddio un libro?!? ) per diventare una popstar. Rimasi parecchio sconvolto quando capii che non avrei mai raggiunto il mio obiettivo, o in alternativa la possibilità di avere i tanto attuali quindici minuti di celebrità decantati da Andy Wahrol, mediante la musica, il cinema, la tv, il teatro e i programmi di cucina. Così decisi di scrivere un libro! Insomma ce l’ha fatta Melissa P a diventare famosa grazie alla scrittura, e cosa ha lei che io non ho? Solo un paio di tette e qualche esperienza sessuale di cui mezza Italia conosce i minimi dettagli. L’idea di cimentarmi nella scrittura di un libro mi è venuta di notte il che mi sembra una cosa positiva, tutti gli scrittori lavorano di notte spesso presi da un raptus che non si è neanche degnato di me. Il problema era che pensavo che la mattina dopo mi sarei dimenticato dell’idea appena partorita ( metaforicamente si intende eh) pensai quindi di scrivermi qualche promemoria, ma non le feci, seguii invece un consiglio della mia maestra delle elementari e mi feci un nodo ai capelli per ricordarmi il modo in cui sarei diventato una popstar. Il nodo la mattina scomparse, l’idea No. Forse vi starete chiedendo perché io voglia diventare una popstar, come ci sono le stesse probabilità che non ve ne freghi nulla, ma lo scrittore sono io e quindi il despota sono io e con buona pace dei dissidenti vi elenco i molteplici motivi della esistenza del mio desidero insopprimibile di diventare un’icona popular:
a)Le popstar sono oggetto di venerazione da parte dei fan, la loro venerazione ricorda vagamente un culto pagano.
b)Dalle parrucchiere le popstar diventano più importanti dei capelli, che sarebbero in teoria la causa dei pienoni negli hair center( fa figo chiamarli così), però non si è mai sentita una
donna che mentre si fa tingere i capelli parla della tintura, probabilmente sta parlando di una notizia su Brad Pitt e Angelica Jolie( chiamati confidenzialmente da lei Brad, pronunciato come si scrive, e Angelina).
c) Le popstar sono le regine incontrastate dei blog e dei forum su internet e niente e nessuno riuscirà mai a detronizzarle, neanche nell’eventualità dello scoppio della terza guerra mondiale.
d) Signorini parla continuamente delle popstar.
Ok, forse l’ultimo vantaggio non è proprio un gran vantaggio, anzi non è proprio un vantaggio però, restano sempre i culti semi-pagani, le parrucchiere e i blog. Nel complesso direi che conviene diventare una star, certo c’è la non privacy, ma vuoi mettere i pettegolezzi dalle parrucchiere e i culti miscredenti? Non c’è paragone, nel modo più assoluto.
Se diventassi una popstar inoltre capirei la funzione, i partecipanti e i luoghi dei salotti romani; a volte metto persino in dubbio la loro esistenza, cioè insomma secondo me sono un mito, una leggenda. Penso che essi abbiano più che altro un valore simbolico ed evocativo( gli scrittori dicono cose del genere vero?). Sto cominciando a parlare, a relazionarmi, a raccontarmi, persino a ruttare come uno scrittore, gli scrittori ruttano e come l’ho scoperto ve lo racconterò più avanti, sono quasi uno scrittore! Un solo piccolo intralcio sbarra prepotentemente la strada che porta all’olimpo dei giocolieri di parole( questa da dove l’ho tirata fuori?): il target, l’incubo dei pubblicitari e la prova inconfutabile dell’esistenza di un piano per la catalogazione degli esseri umani. Presi così carta e penna intenzionato a delineare le caratteristiche dell’ acquirente tipo che potrebbe sputtanare dei soldi per comprare qualcosa scritto da me. Le uniche peculiarità che mi venivano in mente per descrivere gli appartenenti, o forse gli adepti alla mia fascia di mercato erano la mancanza di un cervello o il possedimento di una ricchezza tale da potersi permettere di buttare via dei quattrini. Ma non mi sentii di scrivere ciò, così il mio foglio rimase malinconicamente e inquietantemente bianco, vuoto, scarno.
Ma in fondo io non mi dovrei occupare di simili quisquilie, non sono cosa da prosatori ma da aridi addetti alle public relation di una qualche multinazionale, d’ora in avanti mi dovrò occupare solo di arte e cultura. Certo l’accezione del termine cultura non sarà restrittiva e limitata, sarà molto aperta, il che significa che considererò formazione intellettuale anche la conoscenza dei partecipanti ai reality, cioè penso siano tutti d’accordo sull’ interesse culturale che suscitano. Quando parlerò d’arte inoltre mi saranno concessi commenti maliziosi sulla capigliatura di Marzullo, sugli sccacolamenti di Costanzo e sulle tette finte di Mascia Ferri ( ex Gf), cioè anche qui tutti d’accordo?
Ho deciso inoltre di stipulare, copiando spudoratamente Selvaggia Lucarelli, un contratto con i miei lettori il quale mi impegnerà a tenere determinati comportamenti nella sciagurata ipotesi di diventare celebre:
a)Non dichiarerò che il segreto della mia forma, e per inciso non né un segreto né una forma, è bere succo di papaia.
b) Non parteciperò ad un talk-show il cui tema è “uomo panzuto sempre piaciuto”.
c) Non rivelerò di essere un adepto di una religione il cui nome comprende le lettere k e w.
d) Non rilascerò interviste dicendo: “ preferisco che la mia vita privata rimanga tale”; salvo poi diramare inviti ai paparazzi dove informarli dei cessi pubblici dove mi reco abitualmente.
e) Non dirò che da quando mi sono avvicinato al cattolicesimo (avvicinamento che peraltro non c’è mai stato) vedo l’alba ( ma chi la Parietti?) e il tramonto con occhi diversi.
f) Non fingerò di conoscere le parole di “anima mia” aprendo la bocca e fingendo un colpo di tosse quando la telecamera mi inquadra.
g) Non farò finta di essere colpito dai discorsi di Barbara Palombelli.
Piccola premessa: scrivo questo libro( oddio un libro?!? ) per diventare una popstar. Rimasi parecchio sconvolto quando capii che non avrei mai raggiunto il mio obiettivo, o in alternativa la possibilità di avere i tanto attuali quindici minuti di celebrità decantati da Andy Wahrol, mediante la musica, il cinema, la tv, il teatro e i programmi di cucina. Così decisi di scrivere un libro! Insomma ce l’ha fatta Melissa P a diventare famosa grazie alla scrittura, e cosa ha lei che io non ho? Solo un paio di tette e qualche esperienza sessuale di cui mezza Italia conosce i minimi dettagli. L’idea di cimentarmi nella scrittura di un libro mi è venuta di notte il che mi sembra una cosa positiva, tutti gli scrittori lavorano di notte spesso presi da un raptus che non si è neanche degnato di me. Il problema era che pensavo che la mattina dopo mi sarei dimenticato dell’idea appena partorita ( metaforicamente si intende eh) pensai quindi di scrivermi qualche promemoria, ma non le feci, seguii invece un consiglio della mia maestra delle elementari e mi feci un nodo ai capelli per ricordarmi il modo in cui sarei diventato una popstar. Il nodo la mattina scomparse, l’idea No. Forse vi starete chiedendo perché io voglia diventare una popstar, come ci sono le stesse probabilità che non ve ne freghi nulla, ma lo scrittore sono io e quindi il despota sono io e con buona pace dei dissidenti vi elenco i molteplici motivi della esistenza del mio desidero insopprimibile di diventare un’icona popular:
a)Le popstar sono oggetto di venerazione da parte dei fan, la loro venerazione ricorda vagamente un culto pagano.
b)Dalle parrucchiere le popstar diventano più importanti dei capelli, che sarebbero in teoria la causa dei pienoni negli hair center( fa figo chiamarli così), però non si è mai sentita una
donna che mentre si fa tingere i capelli parla della tintura, probabilmente sta parlando di una notizia su Brad Pitt e Angelica Jolie( chiamati confidenzialmente da lei Brad, pronunciato come si scrive, e Angelina).
c) Le popstar sono le regine incontrastate dei blog e dei forum su internet e niente e nessuno riuscirà mai a detronizzarle, neanche nell’eventualità dello scoppio della terza guerra mondiale.
d) Signorini parla continuamente delle popstar.
Ok, forse l’ultimo vantaggio non è proprio un gran vantaggio, anzi non è proprio un vantaggio però, restano sempre i culti semi-pagani, le parrucchiere e i blog. Nel complesso direi che conviene diventare una star, certo c’è la non privacy, ma vuoi mettere i pettegolezzi dalle parrucchiere e i culti miscredenti? Non c’è paragone, nel modo più assoluto.
Se diventassi una popstar inoltre capirei la funzione, i partecipanti e i luoghi dei salotti romani; a volte metto persino in dubbio la loro esistenza, cioè insomma secondo me sono un mito, una leggenda. Penso che essi abbiano più che altro un valore simbolico ed evocativo( gli scrittori dicono cose del genere vero?). Sto cominciando a parlare, a relazionarmi, a raccontarmi, persino a ruttare come uno scrittore, gli scrittori ruttano e come l’ho scoperto ve lo racconterò più avanti, sono quasi uno scrittore! Un solo piccolo intralcio sbarra prepotentemente la strada che porta all’olimpo dei giocolieri di parole( questa da dove l’ho tirata fuori?): il target, l’incubo dei pubblicitari e la prova inconfutabile dell’esistenza di un piano per la catalogazione degli esseri umani. Presi così carta e penna intenzionato a delineare le caratteristiche dell’ acquirente tipo che potrebbe sputtanare dei soldi per comprare qualcosa scritto da me. Le uniche peculiarità che mi venivano in mente per descrivere gli appartenenti, o forse gli adepti alla mia fascia di mercato erano la mancanza di un cervello o il possedimento di una ricchezza tale da potersi permettere di buttare via dei quattrini. Ma non mi sentii di scrivere ciò, così il mio foglio rimase malinconicamente e inquietantemente bianco, vuoto, scarno.
Ma in fondo io non mi dovrei occupare di simili quisquilie, non sono cosa da prosatori ma da aridi addetti alle public relation di una qualche multinazionale, d’ora in avanti mi dovrò occupare solo di arte e cultura. Certo l’accezione del termine cultura non sarà restrittiva e limitata, sarà molto aperta, il che significa che considererò formazione intellettuale anche la conoscenza dei partecipanti ai reality, cioè penso siano tutti d’accordo sull’ interesse culturale che suscitano. Quando parlerò d’arte inoltre mi saranno concessi commenti maliziosi sulla capigliatura di Marzullo, sugli sccacolamenti di Costanzo e sulle tette finte di Mascia Ferri ( ex Gf), cioè anche qui tutti d’accordo?
Ho deciso inoltre di stipulare, copiando spudoratamente Selvaggia Lucarelli, un contratto con i miei lettori il quale mi impegnerà a tenere determinati comportamenti nella sciagurata ipotesi di diventare celebre:
a)Non dichiarerò che il segreto della mia forma, e per inciso non né un segreto né una forma, è bere succo di papaia.
b) Non parteciperò ad un talk-show il cui tema è “uomo panzuto sempre piaciuto”.
c) Non rivelerò di essere un adepto di una religione il cui nome comprende le lettere k e w.
d) Non rilascerò interviste dicendo: “ preferisco che la mia vita privata rimanga tale”; salvo poi diramare inviti ai paparazzi dove informarli dei cessi pubblici dove mi reco abitualmente.
e) Non dirò che da quando mi sono avvicinato al cattolicesimo (avvicinamento che peraltro non c’è mai stato) vedo l’alba ( ma chi la Parietti?) e il tramonto con occhi diversi.
f) Non fingerò di conoscere le parole di “anima mia” aprendo la bocca e fingendo un colpo di tosse quando la telecamera mi inquadra.
g) Non farò finta di essere colpito dai discorsi di Barbara Palombelli.
15 Comments:
colle sei sempre il primo in tutto!
Bhe, comunque scrivi ed hai migliorato; non fai più errori (dovuti, molto probabilmente, al digitare in fretta), e cosa mooooolto importante, se hai questa tua "verve" all'età che ti ritrovi, credo proprio che qualcosa finirai per concretizzare. Patti chiari però, non è che per questo mi sentirò impegnato ad acquistare le tue opere.
Sei enrico del fan club di anto? O enricoditvdiari?
la prima che hai detto (scritto); se devo specificare meglio la mia identità fammelo sapere.
speravi fosse enricoditvdiari? cmq le idee sul perchè scrivere sono buone, inoltre il finto interesse al 'target' mi fa ridere (io faccio analisi di mercato, per intenderci... e per vivere). Però ci sono due cose che vorrei puntualizzare:
1) i minuti di celebrità di cui parlava warhol sono 5
2) tutti vogliono diventare popstar perchè si guadagna facile e non si fa un cazzo dalla mattina alla sera, ovvero si fingono tantitroppi impegni e in realtà si passa il tempo a trastullarsi e ad aprir bocca a sproposito
per inteso: non solo le popostar aprono bocca a sproposito ;-) ma loro sono costrette a un maggiore sforzo dalla necessità di riempire gli spazi e i tempi delle trasmissioni...
del resto, secondo me hai della stoffa per scrivere qualcosa, sei giovanissimo e hai idee fresche. Per inteso, acquistare le tue opere è un'altra cosa dal farti i complimenti.
fabio
e se non mi credi su Warhol:
Titolo: Tutto quello che avreste voluto sapere sulla Factory di Andy Warhol e non avete mai osato chiedere
Autore: Woronov Mary
Prezzo: EURO 13,00
Dati 205 p., ill., brossura
Anno 2004
Editore Meridiano Zero
Collana Questa non è una pipa
f
Enrico,visto che c'era un altro enrico che è venuto qui una volta volevo essere sicuro fossi tu! Ma tu sei sempre il numero uno!:) Grazie dei complimenti e di essere passato! Fabio, grazie per la precisione....rettifico subito! comunque una volta enricoditvdiari ha commentato....Sei troppo forte, pensi di rientarare nel target dei miei possibili lettori?:)ciao a tutti...vi voglio bene!:) ( cazzo che rufiano che sono) :)
non so su warhol, il 95% dei siti e delle citazioni dice 15 minuti ed il resto 5... magari la gente voleva allargare lo spazio warholiano. Io direri che 5' ad ognuno bastano ed avanzano, eccheccazzo, 15' sono troppi no?
saluti
fabio
Fabio vede che il tema ti interessa molto...sei uno di quelli che fa ogni anno le selezioni per il GF??? :)
grazie...
diventare una popstar...che strana idea. però scrivere un libro per diventare una popstar mi sembra ottimo; l'importante è che il libro sia decentemente scritto e con qualche contenuto interessante, altrimenti..che gusto c'è? ma, mi raccomando..non esagerare troppo..in fondo essere l'argomento centrale di una chiacchierata dalla parrucchiera non mi pare una grande aspirazione..i soldi poi..ancora meno..
buona fortuna.
piccioneviaggiatore
Sono sarcastico e ironico...comunque grazie mille ciao!
Mi sa allora che dovrai diventare socia AVIS e aspettarti di leggere storie di adolescenti brufolosi che si scrociano agli armadietti scolastici...
Interessante.
Un suggerimento rileggi ciò che scrivi e correggi gli errori.
Attento agli spazi. Il formato è molto importante perchè la lettura risulti più scorrevole.
Comunque la stoffa c'è!!
Grazie mille!
Ci sei ancora?
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